SABA INNAB | ARMANDO PERNA
Dal 24-05-2018 al 27-05-2018
24 - 27 MAGGIO 2018
ORE 10.30 - 20.30
TRIENNALE DI MILANO
La mostra Relics of now, curata da Emilia Giorgi in occasione della Milano Arch Week e promossa in collaborazione con la Fondazione Merz di Torino, costruisce un dialogo inedito tra la ricerca dell’architetto e artista palestinese Saba Innab e del fotografo italiano Armando Perna.
L’esposizione mette in scena una riflessione interdisciplinare sugli insediamenti per rifugiati palestinesi a partire da due casi studio in Libano, creando una risonanza tra fotografia, architettura e urbanistica.
Saba Innab, per la prima volta in mostra in Italia, con il progetto Momentary Foundations – una composizione di disegni, fotografie d’archivio e testi – riflette sulla complessità della condizione di perenne esilio del popolo palestinese, in cui la temporaneità degli insediamenti diviene permanente. Attraverso 4 momenti distinti, traccia una narrazione nello spazio che si interroga sul significato del progetto architettonico e urbanistico in uno stato di occupazione e costante conflitto, tema ricorrente nella sua opera. Il linguaggio dell’arte, associato alla pratica progettuale, consente alla Innab di espandere la ricerca e di esplorare la dimensione filosofica dell’architettura. La riflessione urbanistica diviene un’opportunità di sperimentare il senso di appartenenza, di studiare la relazione esistente tra la costruzione, la terra e il concetto di tempo, in uno stato di sospensione che trasforma la temporaneità dell’insediamento, in persistenza.
Shatila. The Twilight World è un’indagine fotografica condotta da Armando Perna a partire dal 2014 e sviluppata negli anni, come parte di una ricerca più ampia e complessa su Dahiye, la periferia meridionale di Beirut. Il lavoro sul campo palestinese di Shatila, teatro del massacro del 1982, esposto per la prima volta in questa occasione, usa il linguaggio della fotografia per esplorare la condizione dei palestinesi in Libano, la cui maggioranza vive senza i minimi diritti sociali ed economici. Le visioni dall’alto delle immagini di grande formato, restituiscono un contesto urbanistico connotato da costruzioni fatiscenti ed estrema densità abitativa. Le immagini di spazi angusti e ambienti quasi congelati, divengono invece metafora di una condizione che, creata nel 1948 come temporanea, si è rivelata definitiva, condannando i rifugiati palestinesi a vivere in un limbo senza possibilità di autodeterminazione.
Milano, Viale Alemagna 6
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